L'originalità di questo testo risiede proprio nella combinazione di due parti solo apparentemente agli antipodi: una parte scientifica e una personale. Apparentemente, perché la realtà alla fine è soggettiva e la riflessione che l'autrice propone integra le acquisizioni più innovative della fisica moderna con una visione della malattia e della guarigione che trovano soprattutto nella medicina omeopatica un grande riscontro.
Ma cosa hanno in comune omeopatia e PNEI?
Entrambe le discipline si basano sulle capacità reattive dell'organismo e sull'equilibrio globale del sistema vivente come obiettivo del sistema di difesa. Entrambe utilizzano un linguaggio ponderale di tipo infinitesimale.