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REPORT DEL SEMINARIO MENTE COSCIENZA E MALATTIA DEL GENNAIO SCORSO

Il 19 e 20 gennaio scorsi, presso l’Università Campus a Lucca, la scuola di Omeopatia Effatà, diretta dalla dottoressa Simonetta Tassoni, ha organizzato un seminario intitolato “Mente Coscienza e Malattia. Fisica quantistica e coscienza: modelli a confronto”. Lo scopo del convegno era di riflettere sulle possibili correlazioni tra i vari stati di coscienza e la condizione di salute o di malattia. Intento comune dei partecipanti, declinato in modo diverso nei vari contributi, era quello di ampliare la conoscenza e la comprensione della realtà. 

Da oltre trent’anni i neurologi hanno capito che i due emisferi del neo-encefalo svolgono ciascuno funzioni ben distinte e come sia l’insieme delle funzioni dei due emisferi a dare forma e significato alla nostra immagine della realtà. Dall’emisfero sinistro dipende il nostro rapporto con la logica, la legge, lo spazio e il tempo. Quindi, in una parola, è in relazione con il pensiero analitico e razionale. L’emisfero destro è sede delle nostre funzioni creative e intuitive: da esso dipendono il senso estetico, l’intensità delle emozioni, la capacità di intravvedere nuovi significati e idee. La nostra visione della realtà è prodotto di una coordinazione più o meno armonica tra questi due emisferi. Potremmo dire, senza timore di essere smentiti, che nella vita di ogni giorno predomina il pensiero razionale che però si dissolve, e con esso il nostro tempo consueto, quando ci dedichiamo all’arte, all’immaginazione o siamo innamorati. Queste diverse funzioni sono state esplorate nel convegno, sia negli argomenti proposti dai relatori sia nelle esperienze condivise da tutti. 

Il primo relatore, il dottor Guido Paoli, fisico, ha cercato di delimitare e definire lo stato di coscienza, differenziandolo dagli stati di incoscienza, quali si verificano nel sonno e nei pazienti con lesioni cerebrali e lo ha fatto riportando esperienze di ricercatori. Il cervello funzionerebbe come un computer quantistico che, invece della modalità binaria del bit del computer, agisce grazie a Qbit, in grado di sovrapporsi ad altri Qbit producendo su di essi effetti e modificandoli. Questa attività è mediata dai microtubuli dei neuroni e dai domini di coerenza dell’acqua presente nei microtubuli stessi. Ne scaturiscono campi elettromagnetici e fotoni superluminali, con velocità nettamente superiore a quella della luce. Il campo elettromagnetico permette la sincronizzazione dei neuroni ma apre anche alla possibilità di potenziali evocati anticipati e ritardati, come se l’origine di questa attività elettromagnetica e quindi la funzione cerebrale, non risiedesse solo nel passato ma anche nel futuro.  

E’ una suggestione, questa, che avvalora lo studio di un altro relatore, Ulisse Di Corpo, matematico statistico e psicologo, che, indagati i concetti dell’entropia e della sintropia, li ha applicati al campo psicologico. Il concetto di entropia e sintropia è espresso nella “Teoria unitaria del mondo fisico e biologico” elaborata nel 1942 dal matematico Fantappié. La teoria è basata sull'idea che le soluzioni progressive e regressive dell'equazione delle onde rappresentino processi “entropici” e "sintropici": le soluzioni che procedono in avanti nel tempo darebbero origine ai comuni fenomeni fisici in cui l'entropia aumenta, mentre le soluzioni che procedono indietro nel tempo darebbero origine all'organizzazione in opposizione al disordine.L’energia rappresentata dall’equazione di Einstein non solo diverge in avanti, ma anche all’indietro. Come se esistesse un tempo positivo dominato dall’entropia, proveniente dal passato, che siamo in grado di vedere, ma che porta verso la disorganizzazione e la morte. E, anche, come se esistesse un tempo negativo, quello dell’energia sintropica, scaturente dal futuro, che per noi resta invisibile e che va verso l’organizzazione e la vita. Queste due energie coesistono nel mondo fisico e biologico, come ci mostra il Tao e il flusso continuo dello Yin e dello Yang. La sintropia spiegherebbe il meccanismo d’azione dell’Omeopatia, in cui la “piccola causa” attivata al “punto giusto” è in grado di determinare grandi reazioni: un battito d’ali di una farfalla in Amazzonia può provocare un tornado in Texas? L’energia è una ma la polarizzazione delle sue componenti, entropia (che agisce sul piano visibile e materiale) e sintropia (che opera nell’invisibile e nell’immateriale) porta alla malattia. La soluzione sta nel riportare l’equilibrio. Lo può fare l’Omeopatia, che agisce nell’ambito della sintropia, ed anche applicando il “teorema dell’Amore” che, come ci ha spiegato Di Corpo, ci aiuta a risolvere i conflitti tra l’io e l’universo circostante, “semplicemente” aprendosi alla sintropia, agli altri, al mondo invisibile, riducendo così la divergenza energetica dell’entropia. Alimentando e nutrendo la “bussola del cuore”, riducendo il chiacchiericcio della mente, si dirige l’ago di questa bussola verso la sintropia e quindi verso la salute. 

La meditazione è uno strumento potentissimo e ce lo ha raccontato la dottoressa Antonella Vannini, introducendoci alle pratiche di meditazione e di concentrazione sul cuore della tradizione Sufi. Un’immagine sintetizza l’essere umano: il carro è il corpo fisico, trainato dal cavallo che rappresenta il mondo emozionale. A tenere le redini del cavallo c’è il cocchiere cioè la mente. Ma dietro la mente c’è un’altra entità, lo spirito, il nostro vero io. Essere in contatto con il vero io, con il cuore, ci rende forti e stabili: è necessario andare oltre le abitudini, superare le emozioni negative che separano e ritrovare l’unità nel maestro del cuore. Il cuore, con i suoi 40.000 neuroni, è un organo sensoriale a tutti gli effetti, sente e prende decisioni e esprime anche un’attività ormonale importante, producendo, tra l’altro, l’ossitocina, il cosiddetto ormone dell’amore. Potremmo ricordare qui una frase del poeta e mistico sufi Rumi: “Solo con il cuore puoi toccare il cielo”. In conclusione, entrare in contatto con il proprio io, mettere attenzione sul cuore, migliora la coerenza dell’intero sistema ottimizzando tutte le funzioni, quali il sonno, la funzione circolatoria e l’immunità. 

Di immunità ci ha parlato il dottor Paolo Lissoni, medico oncologo dell’ospedale S. Gerardo di Monza, esperto di Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia, nota anche come PNEI. La ghiandola pineale o epifisi, che Cartesio aveva individuato come sede fisica dell’anima, governa e dirige il sistema cannabinergico, costituito da strutture neuro-endocrine quali il cuore, il timo e la ghiandola coccigea. Alla funzione cannabinergica, che esprime il concetto di Eros, collegato al piacere sessuale, alla spiritualità e alla vita, si oppone la funzione oppioide, alimentata dallo stress, dall’ansia e dal dolore, che corrisponde al principio di Thanatos, personificazione, nella mitologia greca, della morte. Il cancro è l’esito di un difettoso controllo PNEI della risposta immunitaria anti-tumorale a seguito di due tipi di disfunzione. La prima, disfunzione neuro-endocrina conprevalenza dello stress sul piacere e ipoattività dell’unità funzionale del Sistema Cannabinergico cerebrale-pineale e/o un’iper-attività del sistema oppioide. La seconda disfunzione immunitaria con ipo-attività del Sistema T helper-Cellule Dendritiche (DC) con difetto di IL-2 e IL-12 e/o un’iper-attività del Sistema Macrofagico- Linfociti T regolatori(T reg) con eccesso di IL-10, IL-6, TGF-beta. Il dottor Lissoni ha proposto uno schema terapeutico, applicabile oltre che nei tumori anche nelle malattie autoimmuni, che prevede l’uso di olio di cannabis, melatonina, integratori vitaminici e fitoterapici. Ha inoltre presentato i risultati di un suo studio su pazienti affetti da tumori solidi con o senza metastasi, dei quali, grazie al suo protocollo, è riuscito a prolungare la sopravvivenza e la qualità della vita. Nel corso del convegno il dottor Lissoni si è messo a disposizione per lavorare insieme agli omeopati per produrre nuovi studi, nell’ambito delle patologie tumorali e delle malattie auto-immun.

Il dottor Mario Ravaglia, Medico d’Urgenza, Internista ed Omeopata, ci ha introdotto l’affascinante argomento del linguaggio del corpo e di come sia possibile decodificare il sintomo e comprenderne il senso più profondo. La promessa era quella di indagare il simbolismo del corpo umano nell’ambito della medicina tradizionale cinese e dell’omeopatia. In realtà, la sua relazione ci ha trasportato lontano, fino al mondo degli antichi egizi. Ci ha lasciato poi con una bellissima immagine, quella di un mosaico conservato nella chiesa di S. Apollinare Nuovo a Ravenna. In questo mosaico bizantino i soldati raffigurati calzano stivali e calzature pesanti, come di chi calpesta la terra in modo grave e, se vogliamo, oltraggioso. Gesù indossa i sandali, perché il suo passo su questa terra è leggero. Ma il passo più leggero e gentile è quello degli angeli e dei malati che, su questa terra, camminano scalzi. 

E scalzi, nel pomeriggio del sabato, tutti i presenti hanno partecipato a sessioni “esperenziali”. Giulia Perelli ci ha guidato nell’espressione delle nostre emozioni attraverso i movimenti del corpo. La musica e la danza sono l’espediente artistico che facilita lo stato di benessere psico-fisico individuale. Infatti è dall’unione tra la parte fisica e la parte psichica, tra la parte razionale e la parte emozionale che si può realizzare un equilibrio tra le parti e uno stato di salute interiore. Si liberano tutti quei blocchi mentali che i ritmi frenetici del quotidiano possono provocare. Si apre un dialogo con quella parte artistica e creativa, con l’immaginazione e, se vogliamo, con la nostra parte più infantile e vera. L’esperienza verso il riequilibrio è proseguita con le danze meditative condotte da Francesca Cavaro e Stefania Vento, insegnanti di danza e danza-terapia. La sessione “esperienziale” si è conclusa con le percussioni formidabili di Piero Perelli e i canti ipnotici di Emanuele Perelli. Una sorta di viaggio nella cultura afro-sudamericana della santeria e del candomblé, cantando e danzando, al fine di attivare gli elementi del fuoco, dell’aria, dell’acqua e della terra, cioè quelle “radici” che, come ci insegna il filosofo Empedocle sono primordiali, non nate, eternamente uguali e all’origine di ogni cosa.

Emma Pistelli medico Omeopata

29/01/2019

 

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